Palazzo dei Penitenzieri e piazza Scossacavalli/San Clemente

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  1. marie.
     
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    Questo qui è appartenuto a Giuliano Della Rovere, ma non sono sicura ci abbia abitato.

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    CITAZIONE
    Nel 1300, con Bolla del 22 febbraio, Bonifacio VIII istituisce il primo Anno Santo della storia cristiana durante il quale oltre 200.000 pellegrini affluirono a Roma da ogni parte d’Europa. La zona intorno a S. Pietro, a quel tempo, era ben diversa. La piazza, molto più piccola, era di forma rettangolare e la primitiva basilica, di dimensioni ben più modeste dell’attuale, era circondata da botteghe, macelli, scuderie e casette modeste, molte delle quali avevano grandi cortili impiegati per essiccare i mattoni. Infatti, una delle caratteristiche dei Borghi, erano le numerose fornaci dove venivano cotti i mattoni fatti con le crete estratte dai colli Vaticano o Gianicolense. Il felice esito del primo Anno Santo indusse i Papi a ripeterlo, cosa che avvenne a scadenze diverse da quella dei 100 anni stabiliti da Bonifacio VII. Fu Clemente VII, nel 1525, a fissarne definitivamente la scadenza ogni 25 anni. Con il ripetersi dei vari Giubilei, i Pontefici vollero che i pellegrini che giungevano a Roma trovassero nella zona di S. Pietro strade più agevoli e palazzi più degni e più accoglienti di quelli esistenti fino al 1400 e si adoperarono per rendere più bella la Città Eterna. Si iniziò una completa ristrutturazione della zona con l’eliminazione dei Borghi e delle case attorno a S. Pietro, fin sotto le falde del Colle Vaticano. Molte casupole vennero demolite e, sul lato del Borgo Vecchio, uno stretto rettifilo che portava da Piazza di San Pietro a Castel S. Angelo, venne edificato il nobile e grandioso palazzo dei Della Rovere che Domenico della Rovere, Cardinale di San Clemente e nipote del Pontefice Sisto IV, fece costruire dall’architetto Baccio Pontelli. Ricchissimo, fece costruire in Piemonte le cattedrali di Cinzano e di Rivalba, e promosse la ricostruzione di quella di Torino. Il suo Palazzo in Borgo, che aveva iniziato a costruire dal 1480 e terminato intorno al 1490, e alla cui realizzazione aveva chiamato i migliori artisti del momento, rivaleggiò per magnificenza e bellezza con le più importanti dimore signorili romane. L’ala sinistra del palazzo era già stata costruita nel 1484 ed in essa, secondo alcuni autori, il porporato assistette, in qualità di testimone, alla donazione dell’isola di Cipro fatta da Carlotta di Lusignano a Carlo I di Savoia. L’edificio fu affrescato dal Pinturicchio, ed era talmente bello che nel giugno del 1495 Carlo VIII preferì alloggiare qui piuttosto che in Vaticano, durante la sua permanenza a Roma, prima di proseguire la spedizione militare nel sud dell’Italia. Quando il cardinale Della Rovere morì (22/4/1501) lasciò in eredità il palazzo una metà all’Ospedale di S. Spirito e l’altra metà divisa fra il Capitolo della Basilica Vaticana e i frati della chiesa di S. Maria del Popolo. Dopo essere stato devastato dalle milizie del Valentino nel breve periodo del pontificato di Pio III, parte del palazzo fu affittata, nel 1504, al Card. Francesco Floris (Lloris) di Valenza; l’anno successivo al card. Francesco Alidosi da Imola, il quale fece aggiungere, all’estremità sinistra del piano nobile una piccola, splendida cappella. Il porporato fu ucciso nel 1511 da Francesco Maria I della Rovere, Duca di Urbino. Nel palazzo si succedettero allora: nel 1514 il card. Ludovico d’Aragona; nel 1521 il card. Francesco Cornaro e nel 1524 il card. Giovanni Salviati. Nel 1655 i Penitenzieri, cioè i religiosi che avevano l’incarico di confessare i pellegrini nella Basilica Vaticana, lo acquistarono per 14.000 scudi, il loro palazzo infatti era stato demolito da Alessandro VII per la costruzione del colonnato di S. Pietro. Da quel momento l’edificio prese il nome di Palazzo dei Penitenzieri. Il collegio dei Penitenzieri era stato istituito con bolla di Benedetto XII del 1338 per porre fine agli abusi subiti a Roma dai pellegrini stranieri, i quali essendo costretti, per comprendersi con i loro confessori, a ricorrere a degli interpreti, dovevano talvolta pagarli perché mantenessero il segreto su quanto essi dicevano nell’adempimento del sacramento. I penitenzieri occuparono ininterrottamente questa sede per quasi 300 anni. Nel 1870 cedettero una parte dell’edificio alla Scuola Regina Margherita e gli adattamenti che allora subì lo stabile determinarono certamente gravi alterazioni nella struttura architettonica e nelle decorazioni. Ad eccezione del Palazzo Giraud-Torlonia, tuttora esistente, e che si trova di fronte al palazzo Della Rovere, tutti gli edifici che costituivano la famosa “Spina dei Borghi” vennero demoliti nel 1937 per fare posto alla lunga, larga e prospettica Via della Conciliazione. Negli anni 1943-1945 l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro acquistò l’edificio dai Penitenzieri, dal Comune di Roma e da due privati condomini. Fu Goffredo di Buglione che, subito dopo la liberazione di Gerusalemme, diede l’incarico della custodia e difesa del Santo Sepolcro ad un gruppo di cavalieri crociati che formarono un ordine religioso e militare. Attaccati dallo sterminato esercito del Saladino, perduta Gerusalemme, vennero costretti, nel 1291, a partire e tornare in Europa ove furono protetti e favoriti da re e principi con concessioni di beni e privilegi. I cavalieri dell’Ordine ancora oggi continuano ad espletare la loro originaria missione religiosa della preservazione della fede in Terra Santa, con opere a favore delle popolazioni locali e dei pellegrini che in essa si recano. Dal 1950 il palazzo Della Rovere ospita l’Hotel Columbus. Al piano terreno di Palazzo, a destra e sinistra del portone, si notano due fontanine seicentesche adorne dell’aquila e del drago Borghese (quella a destra) e del solo drago che versa acqua nella vaschetta sottostante (quella a sinistra) entro un’edicoletta molto restaurata. I graffiti cinquecenteschi che ricoprivano tutta la facciata sono andati perduti, mentre lo stemma di Clemente XIV Ganganelli si trova ancora al centro del prospetto in asse con il portale d’ingresso; quest’ultimo, tardo seicentesco, é in travertino con arco ribassato. L’ala dell’edificio sede dell’Ordine del Santo Sepolcro é quella che conserva, al piano nobile, gli ambienti più spettacolari e prestigiosi: si tratta di una sequenza di cinque saloni decorati dal Pinturicchio e dalla sua scuola. La prima sala é quella detta del Gran Maestro, seguono la sala delle Stagioni o dello Zodiaco, la sala dei Profeti e degli Apostoli e la sala dei Semidei. Quest’ultima é l’ambiente più bello e meglio conservato di tutto il palazzo, con uno straordinario soffitto ligneo a cassettoni a fondo oro, dipinti a finto mosaico, festosa opera del Pinturicchio e dei sui aiuti, compiuta nel 1490. Le figura sono dipinte a tempera su fogli di carta incollati sopra supporti e fissati nei cassettoni, con una tecnica vicina a quella della miniatura. Lo stemma del Card. Domenico, l’albero di rovere, campeggia al centro e agli angoli del soffitto, e sotto di esso i fagiani beccano spighe di grano. L’ultimo ambiente é la cappellina del card. Francesco Alidosi, con una splendida volta a lacunari decorati con le figure dello stemma del porporato: l’aquila e la quercia, che si ripetono, unitamente al suo motto: Agite mortales ocia quos cibus et umbra quercus alit (godetevi, o mortali, le vacanze, allietate dal cibo e dall’ombra della quercia) nelle due lunette sulle pareti di fondo. Al secondo piano del palazzo si segnalano inoltre altri due ambienti con soffitti affrescati da Francesco Salviati poco prima della metà del ‘500 per incarico del card. Giovanni Salviati. Il primo di questi ambienti, che ha una bellissima mostra di porta quattrocentesca in marmo, oggi adibito a sala da pranzo, conserva uno splendido soffitto con volta a specchio interamente ricoperta da una decorazione in affresco e stucco fino all’altezza della trabeazione, con quattro mascheroni agli angoli della volta, candelabri e lo stemma Salviati sugli spigoli. Al centro Apollo guida i cavalli del Sole.

    fonte

    CITAZIONE
    located in the rione borgo and once standing over a piazza called "san clemente" or "scossacavalli", the palazzo dei penitenzieri was built between 1470 and 1490 and belonged to the della roveres. cesare inhabited it after his return from pisa and stayed there until the french invasion, when he began to occupy the rooms today known as "stanze di raffello" in the vatican. the palace was then inhabited by other priests and cardinals, including cardinal francesco alidosi, one of della rovere's closest friends, and cardinal luigi d'aragona, who bought it in 1513 and hosted in it his cousin isabella d'este. the palace's grandest rooms were decorated by pinturicchio. today, half of the palazzo belongs to the hotel columbus and the other to the order of santo sepolcro.

    Sala dei Profeti e Salone del Gran Maestro:

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    Giardino:

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    Edited by phèdre - 2/7/2014, 16:17
     
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18 replies since 12/10/2011, 00:43   759 views
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