Gli Sforza

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  1. marie.
     
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    Devo scrivere questa cosa perché è troppo brotp:

    CITAZIONE
    Io confesso essere fatto papa per opera di Mons. Sforza, miracolosamente e contro l'opinione di tutto il mondo. Io ho deliberato di essere il più grato Papa che mai ci fosse, voglio che sieda nella sedia mia e disponga dello stato temporale e spirituale come me stesso.

    Rodrigo dopo l'elezione!
     
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    Massimo Bernardini parla degli Sforza con Franco Cardini a "Il tempo e la storia":

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    Edited by ‚dafne - 23/11/2016, 13:33
     
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    Bona di Savoia moglie di Galeazzo Sforza (cognata del Moro). Aveva quasi sposato Edoardo IV, ma lui le preferì Elizabeth Woodville.

    Mj7lM9O

     
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    Galeazzo Sforza e Bona di Savoia (doppio ritratto postumo):

    Odsb56V


    x

    Un articolo di Dino Messina sull'assassinio di Galeazzo il 26 dicembre 1476:

    CITAZIONE
    Milano, 1476: il duca assassinato nella chiesa di Santo Stefano


    La mattina del 26 dicembre 1476 pioveva a dirotto su Milano. I consiglieri del Duca, che forse avevano sentito voci di possibili disordini, cercarono di dissuadere il loro signore a lasciare la sicura rocca di Porta Giovia, l’attuale Castello Sforzesco, per andare ad assistere alla messa nella chiesa di Santo Stefano. Ma Galeazzo Maria, quinto Duca di Milano, figlio di Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza, non volle sentire ragioni. A 32 anni, da dieci Duca di Milano, aveva un alto senso delle sue prerogative. C’erano dei doveri pubblici e delle tradizioni da rispettare. «Si putria dire che l’fussi venuto qui e non si lassassi vedere», furono le sue parole. Sicché, senza voler indossare la scomoda e inestetica corazza protettiva, montò a cavallo e si mosse con un corteo composto di ambasciatori gentiluomini e famigliari.

    All’ingresso ma soprattutto dentro la chiesa la folla era tale che gli staffieri dovettero sguainare le spade per allontanare la calca e far largo al principe di Milano e al suo seguito. Galeazzo Maria Sforza era un uomo ambizioso, capace, vanitoso e donnaiolo. Di lui le cronache dell’epoca dicevano che sapeva «essere generoso con i soldi dello Stato» ed era abile a «estorquere danari» come suo padre Francesco. Per estendere i confini di Milano non solo aveva puntato su una politica dinastica, sposando Bona di Savoia, e imparentandosi così con il re di Francia, Luigi XI, consorte di Carlotta di Savoia, ma aveva organizzato un esercito di 40 mila uomini che costava all’erario, cioè ai milanesi, oltre 800 mila ducati all’anno. Munifico con la moglie Bona, cui aveva concesso un’acconciatura di 544 perle e gioielli per 250 mila ducati, e con le varie amanti, tra cui Lucia Marliani, cui aveva donato terre a Melzo e Gorgonzola, Galeazzo Maria non era benvoluto per una serie di motivi dalla nobiltà milanese. La sua era stata una politica troppo accentratrice e un certo malcontento lo avevano suscitato anche i comportamenti privati. Era questo l’umore del pubblico, almeno di parte di esso, in quella piovosa mattina di Santo Stefano.

    Quando il Duca fu al centro della chiesa, protetto dalle guardie, fece cenno di far avvicinare tre giovani nobiluomini che gli volevano presentare una supplica. Erano Giovanni Andrea Lampugnani, Gerolamo Olgiati e Carlo Visconti. Lampugnani si inginocchiò in segno di deferenza e, mentre con una mano stringeva quella del principe nell’atto di baciarla, con l’altra lo pugnalava all’inguine. Poi colpiva il signore con una seconda stilettata all’addome. [...] Mentre si accasciava su una panca, gli altri due attentatori, Olgiati e Visconti, lo colpivano con i pugnali alla testa e al collo. Complessivamente quattordici colpi.

    [...] Così, un po’ pensando alla Roma repubblicana, un po’ ispirandosi all’assassinio di un antenato di Galeazzo Maria, quel Giovanni Maria Visconti ucciso a pugnalate 64 anni prima, nel 1412, davanti alla chiesa di San Gottardo in Corte, i congiurati passarono all’azione. La sperata ribellione non ci fu, anzi il popolo si rivoltò contro gli attentatori. A rimanere delusi furono alcuni nobili milanesi e fors’anche, si dice, il re di Francia che aveva sempre sperato di mettere le mani su Milano.

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18 replies since 14/5/2011, 17:50   1292 views
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