Bianca di Piero de' Medici

sorella di Lorenzo de' Medici e moglie di Guglielmo de' Pazzi

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  1. Donna_Rebecca
     
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    BIANCA DI PIERO DE MEDICI, UNA DONNA E UNA CONGIURA


    Dell'accorta e saggia Lucrezia Tornabuoni sono due le cose che si ricordano con puntuale certezza: l'essere stata moglie di Piero il Gottoso e l'aver generato, nonché educato, due grandi colossi della storia come Lorenzo il Magnifico e suo fratello minore Giuliano de Medici. É proprio come se l'intera vita di questa donna, la più in vista ed intraprendente della Firenze repubblicana di quegli anni, si fosse esaurita in due banali massime, che, per quanto fondamentali, non rappresentano certo l'ampio ruolo e il contributo pubblico che si é guadagnata nel tempo, simboli di uno spazio sempre più importante e poliedrico in cui le fiorentine, più ardite e "libere" di altre straniere, impareranno a muoversi. E come Lucrezia, anche la sua ampia nidiata é stata manipolata o stereotipata dalle fonti storiografiche. Lorenzo il Magnifico nei suoi Ricordi parla di sette figli nati dal matrimonio dei suoi genitori, di cui solo quattro, tra cui lui stesso, sono sopravvissuti fino all'età adulta. Prima di Lorenzo e prima di Giuliano, prima dei tanto agognati eredi, tra cui corrono almeno quattro anni, le braccia di Lucrezia hanno accolto due figlie in aggiunta ad un'altra, Maria, forse nata da una relazione illegittima di Piero.
    Ed é qui che la storia, scavando un poco, ha riservato una piccola nicchia a queste donne e ad una in particolare che, nonostante il mistero che ancora l'avvolge, quasi in conseguenza d'una damnatio memoriae, conserva la sua estrema tragicità.

    Bianca Maria. Questo é stato il nome deciso per lei dal padre, Piero de Medici, erede del banco di famiglia e futura guida de facto, seppur per breve tempo, dell'opulenta Firenze rinascimentale. Un nome prestigioso scelto in onore probabilmente della duchessa di Milano, Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza, con cui la famiglia fiorentina ha intrecciato ormai forti legami.

    Bianca é la primogenita della nuova generazione, ma tutto ciò non la valorizza più del dovuto agli occhi del mondo. Venuta alla luce il 10 settembre del 1445, quasi subito si rivela una bambina sensibile, malinconica e intelligente, una fanciulla mite e silenziosa nella cui formazione confluiscono sia i precetti religiosi del tempo e le arti tipicamente femminili (il ricamo, la musica e il canto...), sia forse la cultura umanistica impartita dai migliori precettori ai fratelli. Possiamo ben supporre che Lucrezia, pia e virtuosa, ma anche colta, sagace e determinata, non tollerasse più del dovuto di relegare la figlia all'ignoranza e l'abbia dotata di conoscenze di gran lunga superiori a quelle di molti nobili del suo tempo.

    Ma pur avendo per guida la madre"emancipata", matriarca dei Medici, consigliera infallibile, un'eminenza grigia capace di influenzare e governare tramite gli uomini della famiglia, Bianca non si distingue particolarmente in quest'aspetto e l'ascesa delle Medici al potere con lei e le sue sorelle subisce quasi un arresto. La giovane si comporta come qualsiasi altra onorevole dama del 1400, ritagliandosi il fondamentale ruolo privato, emotivo e familiare già appartenuto a sua nonna Contessina.

    E l'alto rango e il potente nome la mettono ben presto di fronte ad una grande sfida, fondamentale per il benessere, la pace di Firenze e la fortuna del banco. Il nonno Cosimo e i genitori la scelgono come preziosa pedina da muovere sullo scacchiere delle bollenti faide cittadine: é destinata a sposare Guglielmo de’ Pazzi, membro della casata antagonista dei Medici in economia e politica per eccellenza da dopo la cacciata degli Albizzi. Non c'é patto migliore di un matrimonio per cementificare un'alleanza duratura, per acquietare i rancori forzatamente e assicurare alle casate reciproco sostegno e tregua. Non sappiamo cosa ne abbia pensato Bianca a tal riguardo. Come molte Medici prima e dopo di lei, accetta docilmente la decisione dei parenti per il bene e l'onore della famiglia, i valori più alti cui immolarsi. Sposa il giovane Guglielmo nel 1458, a tredici anni, e il patto tra le due ambiziose stirpi fiorentine viene saldato.

    Ma da questo sposalizio, é facile, in quasi tutte le biografie, incontrare subito dopo quello che é il terribile epilogo di questa unione maledetta e in cui Bianca, volente o nolente, si trova coinvolta. Proprio come Lucrezia Tornabuoni, anche la primogenita di Piero il Pio nelle fonti pare vivere concretamente solo in quegli attimi che servono per dare risalto agli uomini della famiglia, solo in quei momenti dove il suo nome é troppo "vistoso" da ignorare per rigor di nesso logico. Ma c'é altro, molto altro, qualcosa da poter costruire in minima parte settacciando e prendendo in esame tanti piccoli dettagli spesso ignorati. Ad una minuziosa analisi dei carteggi familiari e dei resoconti della quotidianità medicea, infatti, ci si accorge che Bianca é ricordata diverse volte con molta nitidezza.

    Nel 1459, appena un anno dopo il matrimonio di Bianca, Galeazzo Maria, primogenito di Francesco Sforza, visita Firenze e, ospitato dalla famiglia Medici, riceve gli onori di un re. Ammaliato dall'opulenza del palazzo di Via Larga, stupefatto dinnanzi alle ricchezze e al prestigio degli anfitrioni, della cultura e dei fermenti umanistici della città, peró non tutti sanno che Galeazzo Maria, tra i mille straordinari svaghi con cui viene intrattenuto, assiste anche a quella che lui descrive come "una festività di donne": quasi tutte le signore di casa Medici, quindi anche Lucrezia e le sue figlie, cantano e danzano per lui alla villa di Careggi. Ma ciò, che più lo colpisce di questa calorosa e variegata accoglienza femminile, é la sublime esibizione che una di queste virtuose donne fa suonando con innata grazia l'organo a canne. Si tratta proprio di Bianca che, tramite questo talento, si mette in mostra e legittima la propria posizione. Meno di un anno dopo, le nipoti di Cosimo il Vecchio, le figlie di Lucrezia e Piero il Gottoso, sono chiamate ad intrattenere con il ballo e la musica Pio II, fermatosi a Firenze col seguito di ritorno dal Concilio di Mantova. Bianca viene nuovamente applaudita. Ma la fama artistica di questa erede medicea non si ferma qui ed é in qualità di moglie di Guglielmo ( quindi saldando definitivamente la sua posizione come donna della famiglia Pazzi), che suona l'organo a canne per il cardinale di Rohan e, richiesta a gran voce da lui stesso, per il cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI, accompagnata dalle danze e e dal canto di altre giovani Pazzi e della sorella minore Nannina.


    L' esigua funzione "pubblica" di Bianca non si separerà mai dal suo essere figlia e moglie, condizione limitata da una serie di consuetudini morali e religiose. Ruoli che ricoprì con dovizia e prudenza, rivelandosi una consorte molto prolifica. Ben sedici sono gli eredi che mette al mondo durante tutto l'arco della sua vita per la gran gioia di Guglielmo e dei Pazzi, che vedono già la loro stirpe futura prosperare. Ma se Bianca adesso fa piena parte di questa nuova casata, sono quotidiane le opportunità che ha per condividere gioie e dolori con la famiglia d'origine: in occasione di una delle visite a Cosimo e Contessina, per esempio, le lettere narrano l'affezione da loro provata non solo verso la nipote, ma anche verso la piccola bisnipotina, Contessina de Pazzi, che Contessina bisnonna riempie di carezze e complimenti. Molti sono i carteggi rimasti tra Bianca e Lucrezia Tornabuoni, alcuni infusi di amore e tenerezza, dolci messaggi tra madre e figlia che si comunicano a vicenda notizie, mentre altri contengono consigli, domande d'intercessione presso Lorenzo, richieste urgenti da parte di Bianca per terre, alimenti o favori, richieste che solo la madre, così influente sul Magnifico e sulla cittadinanza, puó esaudire. E la vita coniugale e materna di questa giovane donna scorre tranquilla, probabilmente allietata anche da un matrimonio, se non coinvolgente, almeno felice.
    Ma la fortuna é tiranna e presto le sorti di Bianca e della sua famiglia precipitano violentemente.

    É il 1478. I Pazzi ambiscono al potere, al controllo assoluto di Firenze e sostenuti da personaggi di spicco dell'Italia Rinascimentale come papa.Sisto IV, Girolamo Riario, il re Ferrante di Napoli, Federico di Montefeltro e con il beneplacito di alcuni degli Stati italiani più potenti, attuano una congiura per rovesciare il potere mediceo. Strumentalizzando il matrimonio di Bianca, che li ha legati in maniera irrimediabile ai Medici, i Pazzi si avvicinano indisturbati al fulcro vitale del banco e del prestigio nemico da dopo la morte di Piero: Lorenzo e Giuliano. Dopo il fallito tentativo del 25 aprile, il 28 dello stesso mese, durante la messa pasquale, a Santa Maria del Fiore i congiurati attaccano senza pietà. Giuliano muore all'istante sotto decine di coltellate, sotto gli occhi atterriti della famiglia e degli amici. Il successo sembra assicurato, ma qualcosa però va storto.
    Lorenzo é vivo. É ferito e si é salvato per un soffio attraverso la sacrestia, ma é ancora vivo. Il popolo fuori dal Duomo, sobillato dai Pazzi alla rivolta contro gli infami Medici, mezzo chiave con cui prendere controllo di Firenze e aprire le porte agli eserciti alleati, si ritorce contro i suoi stessi fomentatori. Troppa é stata la propaganda alla ricerca del favore popolare fatta dalla casa nemica, troppo efficace il sostegno dato dai seguaci arringando la folla e rammentando la politica a favore della plebe. Finemente i Medici hanno tessuto una ragnatela letale e guadagnata la benevolenza del popolo, hanno guadagnato la città. I congiurati, che non riescono a fuggire, vengono linciati al grido "Palle! Palle". Lorenzo il Magnifico, riuniti forze e alleati, settaccia Firenze alla ricerca dei traditori; li fa torturare, uccidere e massacrare senza pietà. La sete di vendetta dei Medici é tremenda ed implacabile, il dolore e l'ira di tutta la famiglia si riversano contro tutto ciò che é vicino ai congiurati: tutti Pazzi devono pagare e il destino di Bianca, moglie di un Pazzi, madre di Pazzi, é ormai ineluttabile.

    Nonostante Guglielmo sia estraneo alla congiura o almeno non vi abbia partecipato fisicamente, viene condannato da Lorenzo con eguale durezza. Solo l'aver per moglie una Medici, sorella del Magnifico, gli risparmia una sorte ben più terribile. Guglielmo e Bianca insieme ai loro figli vengono confinati all'istante in campagna, nella Villa di Alla Torre, mentre in città si condannano a morte e si spogliano d'ogni diritto e ricchezza tutti gli altri Pazzi.
    Ma davvero Guglielmo era all'oscuro del terribile delitto? É più sensato affermare che, come qualsiasi altro uomo della famiglia, ne fosse stato messo a conoscenza dallo zio e dal fratello (dopotutto da ciò dipendeva anche il suo futuro), ma si fosse tenuto silenziosamente in disparte per rispetto alla moglie. E Bianca? Davvero non sospettava niente,vivendo da sposata nella casa dei congiurati? O forse sapeva, ma per il bene dei figli, forzata da cause maggiori e da nuovi legami affettivi, solleticata dall'ambizione aveva taciuto? Per le cronache del tempo e dagli indizi oggi a nostra disposizione, la donna però si considera tuttora innocente.

    Bianca trascorre intanto un anno in questa permanenza forzata, che ha l'aria più di un soggiorno che di un arresto.A Firenze il clima é teso, dilagano disordini ed epidemie per cui quasi tutti Medici cercano rifugio nei loro tranquilli possedimenti di villeggiatura. Nel 1479 Bianca scrive da Villa Alla Torre alla madre, che probabilmente é molto preoccupata nel sapere la figlia incinta di nove mesi così isolata. La donna rassicura Lucrezia e rammenta come alla Villa sia ospite per sfuggire alla pestilenza anche un certo Maestro Giorgio, che si sta prendendo cura di lei; prosegue rincuorata, dicendo di aver avuto buone notizie sulla famiglia di Lorenzo già arrivata in Mugello e di aver ricevuto una visita da Nannina in viaggio col marito e i figli per il Casentino. Ma Bianca, accorata, ansiosa,confessa anche di essere infinitamente preoccupata per sua madre e suo fratello. Nelle sue parole emerge tutto lo strazio, tutta la disperazione, tutta l'incertezza d'una donna dimidiata tra la perdita dolorosa di un fratello e l'ingiusta sofferenza d' una sorte imposta, tra il rimpianto e la nostalgia per i cari e il tormento,la colpa d'una fedeltà vincolata ai Pazzi. Una donna che ha alle spalle una perdita incommensurabile e un tradimento che ha macchiato anche lei, una donna che ha il domani proiettato su una vita zoppicante, difficile e ignoniminiosa non solo per lei, ma anche per i suoi bambini.
    Bianca si appella ancora una volta alla clemenza di Lorenzo e di sua madre, all'affetto e a tutto ciò che li lega a loro.



    Nonostante le sottili e indirette preghiere, il Magnifico deve esercitare la propria autorità, perché solo col pugno di ferro, cruente dimostrazioni di forza, può far vedere ai nemici di essersi rafforzato più che mai. Ammettere eccezioni significherebbe mostrare debolezza e Lorenzo non può permetterselo, non adesso che é solo alla guida della città e chiunque altro potrebbe emulare la congiura: nessun Pazzi può restare a Firenze incolume. E quindi il destino ormai scritto di Bianca é l'esilio. Abbandona la patria, la casa natia, tutto ciò che conosce per l'insicurezze e le precarietà di un inquieto altrove. Qui, adesso, le vicende di Bianca de Medici scompaiono quasi del tutto dalle fonti. Bisognerebbe settacciare ogni corrispondenza, archivio o notizia del tempo per trarne qualche scarna informazione. Certo é che Bianca continua il suo dovere così come a Firenze: oltre ai sette figli avuti prima della congiura, ne dà alla luce ben altri nove, sedici di cui ben quattordici sopravvivono all'infanzia (media molto alta per il tempo).

    Così come quando é nata, adesso niente valorizza Bianca agli occhi del mondo, né l'essere una signora nobile e virtuosa, né l'essere una moglie umile e piena di talento, né l'essere una donna fertile capace di generare prole sana e numerosa; neanche il suo nome, un tempo così influente, pare più portarle fortuna.

    Dopo quindici anni di esilio,Guglielmo de Pazzi ricompare infine a Firenze nel 1495, tre anni dopo la morte del Magnifico, subito dopo la cacciata del figlio Piero il Fatuo e la restaurazione della Repubblica, insignito di prestigiose cariche politiche. Si potrebbe dire che per i Pazzi sia giunta finalmente un'occasione di riscatto e che Bianca, adesso, possa trovare finalmente sollievo dopo lunghi patimenti. Ma la Medici non accompagna il marito nel tanto desiderato ritorno. La nipote di Cosimo il Vecchio, la primogenita di Piero il Pio e Lucrezia Tornabuoni, la sorella del venerato Magnifico si é spenta nel 1488, lontano dalla sua patria, a soli quarantre anni. Obliata la sua passione per la musica, ricordata solo per il suo matrimonio e l'infausta funzione che ha svolto, Bianca se ne va, forse confortata dalla presenza di un confessore, portandosi dietro il la risposta di tante domande insolute e il grave, terribile fardello d'una colpevolezza inevitabile o di un'innocenza violata.



    Rebecca B.C
     
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    Come al solito ti faccio i miei complimenti per questi bei testi che scrivi! Sono molto dettagliati, e si vede chiaramente tutta la passione che ci metti nel farli <3 Se dovessi scrivere, in futuro, un nuovo libro sui Medici fammi sapere che sarò la prima a comprarlo! *-*

    Alcuni ritengono che un presunto ritratto di Bianca possa essere la donna sulla sinistra di questo particolare de La Nascita del Battista del Ghirlandaio (la stessa del tuo avatar):

    Cappella_tornabuoni_12_Nascita_di_san_giovanni_battista_dettaglio_2


    Altri ancora hanno supposto che Bianca sia la fanciulla centrale a cavallo tra Maria e Nannina, nell'affresco de La Cavalcata dei Magi del Gozzoli a Palazzo Medici:

    Benozzo_Gozzoli_Cappella_dei_Magi_le_tre_sorelle_di_Lorenzo_1


    CITAZIONE (Donna_Rebecca @ 18/9/2017, 19:05) 
    Ma davvero Guglielmo era all'oscuro del terribile delitto? É più sensato affermare che, come qualsiasi altro uomo della famiglia, ne fosse stato messo a conoscenza dallo zio e dal fratello (dopotutto da ciò dipendeva anche il suo futuro), ma si fosse tenuto silenziosamente in disparte per rispetto alla moglie. E Bianca? Davvero non sospettava niente,vivendo da sposata nella casa dei congiurati? O forse sapeva, ma per il bene dei figli, forzata da cause maggiori e da nuovi legami affettivi, solleticata dall'ambizione aveva taciuto? Per le cronache del tempo e dagli indizi oggi a nostra disposizione, la donna però si considera tuttora innocente.

    Questa è una domanda che è sorta molte volte anche a me, ma con quel poco che ci è rimasto sulla famiglia Pazzi dubito sapremmo mai dare una risposta esatta. Se Guglielmo fosse stato al corrente della Congiura o meno, sappiamo solo che non partecipò in modo effettivo. E questo di sicuro mette in luce il fatto che NON tutti i Pazzi fossero i sadici assassini fiorentini che la maggior parte delle persone ha sempre creduto! C'è da ricordare, d'altronde, che lo stesso capofamiglia (Jacopo) si era dimostrato parecchio titubante nell'appoggiare il piano del nipote Francesco.

    Tornando a Bianca, devo dire che dopo 16 figli forse il rapporto con Guglielmo non era stato pessimo, nonostante la sua giovane età. Anche se stiamo parlando pur sempre di un'epoca in cui generare molti figli richiedeva un mentalità differente dal secolo in cui viviamo.
     
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  3. Donna_Rebecca
     
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    Grazie del complimento XD


    Concordo con te sull'umanità dei Pazzi, che, pur apparendo così cattivi, avevano le loro buone ragioni. I Medici non erano assolutamente dei santi e Cosimo, Piero e in fondo anche Lorenzo hanno compiuto azioni meno eclatanti ma comunque moralmente deprecabili
     
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    Ma figurati! <3


    Sì, assolutamente! Il "buono" e il "cattivo" non esistono: l'unica brutta bestia purtroppo è il potere ( -_- ). Tant'è vero che spesso spunta la domanda: I Medici, eroi o tiranni? Stessa prospettiva potremmo definire per i Pazzi, e per tanti altri casi nella Storia (es: Giulio Cesare vs Cassio e Bruto).
     
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    Grazie per questi contributi! Allego per completezza le informazioni disponibili dalle enciclopedie:

    CITAZIONE
    Bianca di Piero de' Medici (Firenze, 10 settembre 1445 – aprile 1488) era la figlia terzogenita di Piero detto il Gottoso e Lucrezia Tornabuoni e sorella maggiore di Lorenzo il Magnifico e Giuliano de' Medici.

    Nata il 10 settembre del 1445, fu educata come le sorelle ed i fratelli ad una cultura umanistica.

    Sposò Guglielmo de' Pazzi nel 1458 e fu di fatto coinvolta nella Congiura dei Pazzi, sebbene suo marito ne fosse estraneo. Infatti, grazie alla parentela recentemente acquisita, suo cognato Francesco de' Pazzi e lo zio di suo marito Jacopo de' Pazzi poterono entrare in contatto familiare con i Medici e tradirli. Sfumata la prima occasione del pranzo nella Villa Medici a Fiesole, causa assenza di Giuliano, il delitto si consumò tramite l'uso di sicari il giorno di Pasqua del 1478 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.

    Dopo la Congiura fu esiliata assieme al marito, sebbene egli ne fosse estraneo. Per i figli nati dopo l'esilio si ha pochissima documentazione.

    Morì nell' aprile del 1488 a 43 anni.

    Dall'unione dei Bianca e Guglielmo nacquero 16 figli:

    Giovanna de' Pazzi, sposò Tommaso Monaldi nel 1471
    Contessina de' Pazzi, sposò Giuliano Salviati nel 1476
    Antonio de' Pazzi (1462-1528), ambasciatore e uomo politico, Gonfaloniere di Giustizia nel 1521
    Antonio de' Pazzi (1460), morto infante
    Alessandra de' Pazzi (1465), sposò Bartolomeo Buondelmonti nel 1486
    Cosimo de' Pazzi (1466-1513) Arcivescovo di Firenze dal 1508 fino alla morte
    Piero de' Pazzi (1468), morto infante
    Lorenzo Alessandro de' Pazzi, (1470-1535) mercante, amante delle arti e latinista
    Cosa de' Pazzi, sposò Francesco di Luca Capponi
    Renato de' Pazzi, mercante d'oreficeria
    Lorenzo de' Pazzi, uomo Politico e ambasciatore
    Luigia de' Pazzi, sposò Folco di Edoardo Portinari nel 1494
    Maddalena de' Pazzi, sposò Ormanozzo Deti nel 1497
    Alessandro de' Pazzi,(1483-1530) ambasciatore, letterato e grecista
    Lucrezia de' Pazzi, sposata a un certo Cattani de Diacceto poi a un Martelli (1500)
    Giuliano de' Pazzi (1486-1517), dottore in legge, abate a canonico della Metropolitana di Firenze

    wikipedia

    Il marito Guglielmo de' Pazzi:
    CITAZIONE
    PAZZI, Guglielmo de’. – Nacque il 6 agosto del 1437 da Antonio di Andrea de’ Pazzi e Niccolosa degli Alessandri.

    Nel 1460 Guglielmo prese in moglie Bianca, figlia di Piero di Cosimo dei Medici, e sorella di Lorenzo il Magnifico, nel quadro di un progetto nuziale mirante ad attenuare le tensioni che venivano affiorando tra due famiglie così ricche e potenti. A lui e a Giovanni era intestata la ragione sociale dell’azienda di Roma. Inoltre, già dai primi anni Sessanta fu titolare di una banca a Ginevra insieme a Francesco Nasi, corrispondente del banco Cambini tra il marzo 1461 e il dicembre del 1462 (Tognetti, 1999, p. 228). Nel 1466 a Guglielmo e a Nasi si associò Francesco Capponi: i tre fondarono un’importante banca a Lione, ancora tra i corrispondenti dei Cambini tra il 1472 e il 1473.

    La ditta, che rappresentò fino al 1478 la concorrenza più qualificata nei confronti dei Medici (De Roover, 1963, trad. it. 1988, pp. 448 e 531; Spallanzani, 1987, pp. 307-310) venne meno in seguito alla congiura dei Pazzi in cui furono coinvolti i fratelli di Guglielmo. Il rapporto tra Pazzi e Cambini si ripropose in una forma assai meno solidale poco dopo i fatti del 1478: fu proprio un Cambini, Francesco, a ottenere l’incarico di curare, per conto dei Medici, la confisca dei beni dei Pazzi in seguito alla condanna (Böninger, 1998, p. 50).

    Pur trovandosi a Roma dall’autunno del 1464 almeno fino al gennaio successivo, certo a seguito degli affari dell’azienda, fu proprio lui nel mese di maggio ad accompagnare Lorenzo nella sua prima missione ufficiale presso la corte sforzesca: l’occasione nasceva dall’arrivo a Milano del giovanissimo Federigo d’Aragona incaricato di prendere in consegna Ippolita, figlia del Duca e sua futura cognata, per scortarla a Napoli dove si sarebbero celebrate le sue nozze con Alfonso, Duca di Calabria. La familiarità con Lorenzo emerge anche dalla corrispondenza superstite: con una lettera dell’aprile 1468 Guglielmo ne caldeggiava al Magnifico il latore, «ser Geronimo sta con Iacopo Alexandri per ripetitore», aggiungendo a suggello, l’assenso della moglie, «Raccomandotelo di buono chuore quanto posso, e ’l simile fa la Biancha» (Archivio di Stato di Firenze, Mediceo Avanti il Principato, filza XX, 386). Il rapporto di intesa e amicizia che tra i due si era instaurato, tuttavia, non impedì a Lorenzo di impiegarlo a suo vantaggio, ora tentando di porlo al margine della vita politica fiorentina, ora utilizzandolo come pedina interna per contrastare le ambizioni di individui più temibili come suo zio Jacopo Pazzi; il fatto che Guglielmo fosse stato ammesso a far parte della Balìa del 1471 era, secondo i dispacci degli ambasciatori milanesi allo Sforza, il risarcimento concesso da Lorenzo alla famiglia per averne tenuto fuori Jacopo (Martines, 2003, trad. it. 2004, p. 101).

    Accatastato con i fratelli minori Giovanni e Francesco nel quartiere di S. Giovanni, Guglielmo possedeva, alla denuncia fiscale del 1469, molti immobili cittadini nell’area di San Pier Maggiore e poderi nel contado tra San Donato alle Torri, Gaville, Remole e Quona.

    Anche se Guglielmo fu certamente il meno antimediceo della casa, fu tuttavia intorno alle figure dei suoi fratelli Francesco e Giovanni che si coagulò, dopo la morte di Piero dei Medici, l’intolleranza per l’operato del Magnifico. I motivi di conflitto tra i Pazzi e Lorenzo, erano numerosi: la ricchezza dei primi e il potere del secondo davano origine a continui attriti, e lo stesso Machiavelli (Storie, VIII, I-II) riteneva che allo sdegno dei Pazzi per non aver ricevuto da Lorenzo onori adeguati al loro status, facesse eco, in costui, il timore che costoro accumulassero troppo potere.

    La tesoreria papale, un tempo in mano ai Medici e gestita nella sede romana da Giovanni Tornabuoni, a seguito di inimicize incorse fra il papa e Lorenzo venne ceduta ai Pazzi: fu il fratello Francesco, che abitava a Roma – dove era anche titolare di una compagnia a suo nome – che ottenne da Sisto IV l’ufficio della depositeria apostolica tolta al Magnifico e fu ancora Sisto IV, nel giugno del 1476, a trasferire dalla banca Medici a quella Pazzi, il monopolio dell’allume. Poco dopo il passaggio della tesoreria, la vacanza delle sedi arcivescovili di Firenze prima, di Pisa poi, tornarono nuovamente a opporre Lorenzo dei Medici e Francesco dei Pazzi: per la sede fiorentina, infatti, la candidatura di Rinaldo Orsini, cognato del Magnifico, si scontrava con quella di Francesco Salviati, cugino di Pazzi. E se in questo caso ebbe la meglio Rinaldo Orsini che fu eletto arcivescovo il 24 gennaio del 1474, neanche dieci mesi dopo, il 14 ottobre dello stesso anno, Salviati otteneva l’arcivescovato di Pisa con il favore di Sisto IV. Le controversie che ne originarono si protrassero per un anno intero. In questo panorama intervenne, a dare il colpo di grazia, il caso dell’eredità Borromeo. Protagonista l’altro fratello di Guglielmo, Giovanni, che aveva sposato la figlia del ricco mercante Giovanni Borromeo. Nel venire a morte senza figli maschi, Borromeo aveva stabilito che le sue sostanze pervenissero in eredità alla figlia Beatrice e, di conseguenza, a Giovanni dei Pazzi suo marito. La disposizione scatenò il disaccordo di Carlo Borromeo, nipote del defunto, che aspirava all’eredità dello zio. Ad avallarne le pretese intervenne il Magnifico che, nel marzo del 1477, fece emanare una legge con cui si vietava alle figlie di ereditare i beni del padre in presenza di nipoti maschi. Così, il patrimonio destinato in origine ai Pazzi finì per essere assegnato a Borromeo.

    Sebbene Guglielmo fosse probabilmente davvero estraneo alla congiura che ne seguì, il diretto coinvolgimento dei suoi fratelli spiega perché anche egli fu colpito dalla repressione che ne seguì e condannato, con sentenze del 28 aprile, a un esilio da 5 a 20 miglia (A. Perosa, in A. Poliziano, Della congiura dei Pazzi (Coniurationis commentarium), 1958, pp. 83-86). L’esilio venne revocato solo a distanza di sedici anni, nel 1494, ma nonostante la dura punizione il legame con i Medici non tardò a far sentire i suoi effetti: già nel 1480 gli venne concesso di potersi spostare, seppure a debita distanza da Firenze (a Valenza, da dove continuò a scriversi con il Magnifico, almeno dal novembre 1481 al marzo del 1483, Protocolli del carteggio di Lorenzo il Magnifico per gli anni 1473-74, 1477-92, a cura di M. Del Piazzo, 1956, pp. 173, 197, 225) e anche i buoni matrimoni delle figlie, negli anni successivi, rivelano uno stato di cose meno drammatico di quanto si potesse presagire.

    Tuttavia, se la parentela con i Medici giovò a Guglielmo una sorte migliore di quella che toccò ai fratelli imprigionati e giustiziati, essa non valse a risparmiargli l’onta dell’esproprio quando i beni di famiglia vennero messi in vendita: tra questi il palazzo, che le fonti descrivono con un giardino adorno di sculture, tra cui una bella fontana in granito realizzata da Donatello a imitazione di quella fatta per Cosimo dei Medici (Elam, 1992, p. 64), che venne acquistato da Carlo Borromeo.

    Come è ovvio, infine, le conseguenze del 1478 si abbatterono in maniera decisiva anche su quella che già appariva come una carriera politica frammentaria. Se infatti, eccetto il Priorato ricoperto nel 1467, le restanti elezioni erano andate a vuoto per mancato raggiungimento dell’età richiesta, dalla fine degli anni Settanta l’estrazione del suo nome agli uffici maggiori crollò a causa dei più svariati impedimenti: insolvente con il fisco nel 1481, inabile nel 1484 e nel 1485, cedola dilaniata nel 1485, al confino nel 1494. Con la cacciata dei Medici e la venuta di Carlo VIII, Guglielmo ritornò a Firenze dove ricoprì vari incarichi diplomatici e amministrativi, guadagnandosi tuttavia una mediocre reputazione. Solo alla revoca del bando fece seguito un progressivo e tenue recupero che lo portò, nel 1512, all’età di 75 anni a rivestire l’ufficio di gonfaloniere di Giustizia. Vedovo di Bianca ormai dal 1488, che lo aveva reso padre, tra maschi e femmine, di tredici figli, Guglielmo morì in età avanzata nel 1516.

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    Grazie a chi potrà aiutarmi. 🙏❤
     
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    Ciao Eufemia, se non ti dispiace preferiremmo che ti presentassi nella sezione apposita prima di postare; avremmo potuto aiutarti con la ricerca già da lì. Su Bianca di preciso ci sarà qualcuno più informato di me ma abbiamo un topic dedicato ai libri sui Medici.
     
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    Comunque prima o poi dovrò fare qualche modifica, al post che scrissi anni fa anche perché ho scoperto cose su Bianca che allora nemmeno supponevo. Per esempio il fatto che non è morta nel 1488 ma nel 1505
     
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    Interessante, come mai si pensa al 1488?
     
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    Risale ad un errore dello storico Gaetano Pieraccini, una fonte sui Medici che è stata consultata da tutti gli studiosi a venire. Egli scambiò Luisa de Medici, la figlia del Magnifico morta giovanissima il 20 maggio 1488, con Bianca. Ma non è possibile che quest'ultima sia deceduta in tale data perché compare citata nelle lettere a venire, anzi ne sono rimaste due di suo pugno (una del 1491 e una del 1492/1493), inoltre è riportato un suo soggiorno con Lorenzo in campagna e un suo continuo stargli vicino durante gli ultimi anni. Infine Niccolò Valori, nella biografia sul Magnifico, afferma che Bianca era al capezzale di Lorenzo. Quindi, per forza, è morta dopo di lui. Infatti nei registri dell'archivio di stato di Firenze si trova scritto che lei spirò il 20 luglio 1505. Sicuramente fu la figlia di Piero de Medici e Lucrezia Tornabuoni a vivere più a lungo
     
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    Ah capisco, purtroppo succede quando si scrivono le cose basandosi su altri studi anziché andare a controllare le fonti.
     
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    Ti ringrazio tanto, questo post mi era sfuggito. Purtroppo non mi destreggio bene nei forum e faccio sempre fatica a riprendere le discussioni. Mille grazie cara.
     
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    Ciao a tutti. Ho recuperato un mio vecchio post di due anni fa, su Bianca Medici Pazzi, e ringrazio tutti coloro che mi hanno risposto.
    Purtroppo non mi destreggio bene con i Forum. Ci riprovo!
    In una delle cortesi risposte, si accennava alle lettere che si scambiavano i Medici, quindi suppongo esista un epistolario. Sapete darmi notizie su questo?
    Vi ringrazio molto,
    Eufemia Griffo
     
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    Non posso parlare per Rebecca ma è possibile che alcune info sulle lettere tra i Medici possano essere contenute in questo libro. Giunti ha anche pubblicato gli epistolari di Lorenzo molti anni fa, purtroppo sono molto costosi ma sicuramente si trovano in molte biblioteche.
     
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    Scusate, purtroppo sono sempre inattiva e mi perdo la maggior parte delle notifiche. Allora per quello che posso consigliare, una lettera di Bianca del 1479 subito dopo la congiura dei Pazzi è in "Lives of the early Medici as told in their correspondence" che si può scaricare benissimo da archive.org. Poi le indicazioni precise delle lettere da poter consultare o, almeno la posizione con cui si possono trovare nell'Archivio Mediceo Avanti il Principato (che è completamente consultabile online anche se per decifrarle ci vorrebbe un corso di paleografia adatto), sono riassunte, citate o contenute nelle note nel libro the Medici Women di Natalie Tomas che è il volume che ne tratta meglio in maniera globale. Ahimè, per il resto si tratta di consultare articoli specifici, libri sui Medici o biografie su Lorenzo il Magnifico andando a caccia delle note e bibliografie che mandano alle fonti.
     
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16 replies since 18/9/2017, 18:05   1152 views
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